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Come ho conosciuto il BBC (cap.3)

EleQos77

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Non sapevo che fare. Poi avvicina nuovamente la bocca al mio orecchio e inizia a succhiarmi il lobo. Brividi mi percorrono tutto il corpo, ero totalmente in trance. Automaticamente, la mano non stretta al polso da lui, la passo dietro alla schiena e dò un colpo alla porta richiudendola dietro di me. Avevo fatto la mia scelta e a quella cena coi vecchi amici non ci andrò! Lui fa un secondo tentativo di baciarmi ed io cedo e iniziamo a baciarci con la lingua in modo quasi selvaggio. Dopo alcuni minuti così, in piedi attaccati alla porta con le nostre salive che mi colavano giù sul collo, si stacca, mi guarda serio, mi prende per mano e ci sediamo sul divano. Torniamo a baciarci stavolta però in maniera dolce, romantica, come due innamorati. Tristemente mio marito era nuovamente scomparso dai miei pensieri, ma era scomparso tutto il resto del mondo. Per me in quel momento lì c'eravamo solo noi due. E manco sapevo il suo nome! Mentre ci baciavamo teneramente, iniziamo anche a toccarci reciprocamente. Con una mano inizia a accarezzarmi una gamba e mi piaceva sentire i suoi polpastrelli accarezzare delicatamente il nylon delle mie autoreggenti che avvolgevano la mia coscia. Io istintivamente avvicino la mia mano alla sua patta e sento che ce l'ha già abbastanza duro. Lui mi sposta da un lato il mio perizoma e inizia a farmi un ditalino magnifico inserendo una e poi due e poi tre dita facilmente fino alla cervice perchè io mi ero eccitata come una matta, bagnandomi tantissimo. Avevo definitivamente perso il lume della ragione. Contemporaneamente gli tiro giù la cerniera delle bermuda e passo la mano dentro ai suoi slip e glielo tiro fuori. Lo guardo ed era bellissimo, praticamente il pene perfetto: lungo, grosso, nerissimo, anche la cappella nerissima. Era il più bel pene che avessi mai visto e decisamente superdotato. Inizio con piccoli movimenti con pollice e indice come a coccolarglielo e in pochi istanti gli viene definitivamente duro nella mia mano. Passiamo alcuni minuti a baciarci teneramente masturbandoci a vicenda. Poi lui si stacca dal nostro bacio, mi guarda, mi sorride e dolcemente mi chiede di baciarglielo. La mia vagina era fradicia e lo fisso negli occhi invece in maniera molto seria e senza dire niente e senza alcuna espressione del viso, abbasso lo sguardo sul quell'enorme e bellissimo cazzo nero che stringevo in mano con la cappella nerissima completamente bagnata dai suoi umori trasparenti che uscivano imperterriti dal suo buchino. Mi sbottona la camicetta e io lo agevolo così me la sfila e la getta a terra e mi tolgo il reggiseno gettandolo anch’esso a terra. Lui mi abbassa la zip della gonna e io me la sfilo finendo anch'essa sul pavimento. Poi lui si sfila la maglietta, le bermuda e poi lo aiuto a sfilarsi le mutande e anche i suoi indumenti finiscono a terra. A quel punto la voglia di baciarglielo era tanta e così mi dirigo verso quel cazzo perfetto e inizio a fare uno dei pompini più belli della mia vita! Mentre glielo baciavo, lui mi abbassa il perizoma e mi infila un dito nel culo. Io lo assecondo, mi sfilo via definitivamente il perizoma e rimango in autoreggenti beige e sandali bianchi col tacco. Lui invece rimane totalmente nudo. Mi hanno sempre fatto i complimenti per le mie doti nel fare i pompini, e a quel cazzo così bello non potevo non fare il migliore mai fatto. Era durissimo, non sembrava di carne, ma di legno, di marmo, di ferro. Era molto resistente, ma dopo svariati minuti mi accorgo che il suo respiro si fa più intenso e sento la sua asta nerissima vibrare nella mia mano e la sua cappella vibrare nella mia bocca: stava per venire. A quel punto mi viene istintivo invece di continuare (non perchè non mi piaccia, anzi...), di staccarmi. Sempre tenendoglielo in mano noto un rigagnolo bianco uscire dal buchino e su quella cappella nerissima risaltava ancor di più. Nonostante l'orgasmo fosse stato strozzato, gli era uscito un po' di sperma. Mi venne naturale andare nuovamente lì con la bocca e presi tutta la cappella in bocca e continuai a roteargli ancora un po' la lingua attorno mentre mandavo giù quella sua piccola quantità di seme.
 

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